ALI

Vai, timido uccello d’autunno
Porta le tue ali lontano
Dove il sole ti scalda ancora il cuore
Dove il cielo azzurro colora le tue piume
Che il vento caldo solleva
E quando attraversi il mare pensa a me
Che posso seguirti solo con la fantasia
E con il ricordo delle mie ali bianche



CITTA’

Scale mobili che portano all’inferno
Cieli di piombo e mani fredde senza inverno
La vecchia curva, la sportina in mano
Cammina a passi corti e avanza piano
Cinghie di libri e sacche di calzini e tute
Minigonne gelate e scarpe di tela bagnate
Alla fermata del bus
Un’auto che scalda il motore
Un cane in cerca di un gesto d’amore
O di un odore
Occhi tristi e orecchie giù

Città, città son tutte uguali le città
Piene di favole di vita
E di pietà
Se esci domattina e guardi intorno
Vedrai questa canzone di ogni giorno
Città, metropoli annegate nel progresso
Cultura spicciola bevuta sopra il cesso
Per non sprecare neanche il tempo di un minuto
Per non pensare lì da solo, lì seduto..

Nuvole nere di autobus e di camini
Aiuole grigie per i giochi dei bambini
E sotto i portici la fretta un po’ assonnata
Di chi già corre ad affrontare la giornata
Lo sferragliare dei bidoni dei rifiuti
Mentre distratti ci si scambiano saluti
Dal bar l’odore del caffè si spande intorno
Allo sfogliare della cronaca del giorno

Città, città son tutte uguali le città
Piene di numeri e di voci e di ansietà
Se esci ogni mattina e guardi intorno
Vedrai questa canzone di ogni giorno
Città coriandoli di vita in bianco e nero
Un carnevale di certezze e di mistero
Ma non è facile per chi ha vissuto qua
Cambiare vita e rinunciare alla città.

 

DOLCE NOTTE

Dolce notte
Questa notte di sogni e di pensieri
Dove tra luci e ombre della luna
La tua immagine appare e scompare
In un gioco fanciullo della mente
Che ti vuole e ha paura di te

Amore mio
Vento di tramontana
Che talvolta raggela il mio respiro
Ma raccoglie le nubi dal mio cuore
E le porta lontano
E fa brillare
Questo cielo pieno di stelle
Dove il blu della notte è di velluto
E ci avvolge di calore infinito.


ESTATE A PAVULLO

In un cielo opalino di foschia
I frassini stendono
A cercare il sole
Rami sfrangiati
Color di giada antica

Il salice piangente ondeggia al vento
Come un’alga nel mare
Argenteo e scolorito
Contro lo sfondo plumbeo di montagne

Poco più in là
Sotto i pesanti abeti
Una panca di quercia
Ad ascoltare nella penombra i canti
Degli abitanti della rozza voliera

Attorno
Campi gialli che non son più grano
Prati verdeggianti tra le balle di fieno
Dolci pendii
Su cui volteggian piume di grandi ali distese.


IL RIOLO

Ferro, peltro con vene di rame
Scorre tra piccole ripe scoscese
Che pescano il fango
Dei lunghi fondali percorsi

Accoglie le fronde
Dell'unico salice chino
Frusciante di un suono diverso
Che rende più tinte di scuro

Sfiora dubbioso
Insolite rocce di fiumi lontani
Che non riconosce
Che non sono terra, o cemento, o mattoni.

Si flette sinuoso
E si getta, alla chiusa,
In un balzo costretto
Scrosciando modeste cascate

S'inchina alla strada
Che inventa muretti di cotto
A reggere i bordi
Di un piccolo ponte assolato

Scompare
Tra ciuffi di canne e di arbusti
E all'occhio rimane
Un solco tra i campi di grano

E il sogno lontano del mare.



LA LUNA

La luna si è sdraiata
E ha acceso accanto a sé una stella
Per non addormentarsi
Si cullerà tutta la notte
Guardandoci di sguincio
Rassegnata
Sconfitta

Bravi!
Abbiamo steso anche la luna.


LE ORE

Le ore passano
Sui riflessi del sole nei vetri
Sulla polvere della strada
Sulla foschia appoggiata sui tetti

E i giorni passano
Sui libri che non ho letto
Sulle mani che non ho stretto
Sui quadri che non ho dipinto

E gli anni passano
Sulle paure mai affrontate
Sulle decisioni mai prese
Sui sogni mai realizzati

E la vita passa sulle poche certezze
L'amore per mio figlio
L'amore.


NON E' LO STASSO CIELO

Non è lo stesso cielo
ognuno ha il suo
Chi pieno di nuvole
Chi sempre sereno

Non è lo stesso cielo
Se lo guardi col cuore leggero
O greve come il piombo

Non è lo stesso cielo
se hai la gioia di dare a tuo figlio
O se hai le mani vuote
E non puoi

Non è più lo stesso cielo
Quando il dolore ti schiaccia l'anima
E l'infinito è diventato un muro
Che non puoi abbattere

E non lo stesso cielo
Si specchia negli occhi luminosi di un bambino
O in quelli spenti di un'anima invecchiata

Ti ho guardato negli occhi
E non l'ho visto più
Il cielo


PRIMAVERA

La gioia è primavera
E primavera è gioia
La senti nelle ossa
Negli occhi che ancora temono la luce
E nelle mani che hanno voglia di fare
Nelle gambe che hanno voglia di andare

E' troppo breve
Fermiamola contando ogni sua gemma
Ogni suo fiore
Ogni soffio di vento e ogni nuvola bianca
E ogni uccello che torna

Fermiamoci e riempiamo il cuore
E l'anima
Perché resti la gioia.


QUANTO PESA LA PIOGGIA

Quanto pesa la pioggia?
Non come l'acqua pura che la crea
Ma come il fango che smuove
Come le pietre che trascina
Come i pensieri grevi di nuvole scure
Che lavano via la speranza

E' quanto pesa la speranza?
La speranza è leggera
Può volare sopra la pioggia
E oltre, sopra le nubi
E sopra il dolore
Se non l'abbandoni nel fango
Se non la perdi tra le macerie
Del tuo cuore stanco


RUMORE

Un rumore continuo brontola ovunque
E rimbomba nella testa
E ronza nello stomaco
E formicola nei piedi
Toglie il pensiero
E non smette mai

Solo il tramonto mi porterà via da qui
E dormirò dove cantano gli uccelli
Dove il vento bisbiglia tra le foglie
E dove è pace
E sorriso
E respiro.


Sola

Cielo, immenso cielo
Sciogli un po’ di colore per la mia vita

Oggi è un giorno strano come tutti gli altri
Oggi ho il vuoto in mano e non so che darti
Forse è meglio andare via, lontano
Forse già lo sto facendo piano piano
Ma dove andrò sarò capace di riempirmi il cuore?
Cosa farò senza una mano conosciuta
Senza una luce già accesa e una stanza scaldata
Mi perderò
O mi ritroverò come sempre
Finalmente
Sola.

Vieni a vedere chi c’è, prova a svegliarti
Quelli che credono in te sanno aspettarti
Forse è meglio sedersi a guardare
Forse è questo che devo imparare
Ma saprò stare ferma quando tutto corre?
Se troverò una mano conosciuta
Se avrò una luce e una strada asfaltata
Ritroverò la via
E tornerò come sempre
Finalmente
Sola


STAGIONI

La primavera è andata
Da molto tempo ormai
E anche l'estate
Le stagioni passano
Ma certi autunni sono senza inverno
E quando anche l'ultima foglia cade
Si apre il cielo
E offre
Forse
La luce intensa di un'altra primavera
Di altre primavere
Senza inverno


VIA POLESE 1994
(Ballata per un clochard)

Una casa di cartone proprio in mezzo alla città
Senza l’uso di cucina
Ed il bagno un po’ più in là
Qualche straccio come letto
La coperta è il tuo paletot
E una sedia per salotto dove rilassarti un po’

Ma cos’è per te la vita
Un’attesa e niente più
Hai lasciato la partita forse per non perder più
E non c’è nessuno al mondo che si chieda dove sei
Se sei sceso fino in fondo
Forse un po’ lo devi a lei?

Che effetto fa
Guardare lo stupore della gente
Con quella tua espressione irriverente
Che incute più timore che pietà
Che effetto fa
Svegliarsi la mattina per la strada
Per rinfrescarsi basta la rugiada
Per colazione un po’ di carità

Vien da ridere a pensare
Io non leggo quasi più
Sono stanco, non ho tempo
E c’è sempre la tv
Tu che hai rinunciato a tutto
Coi tuoi sogni te ne vai tra le pagine dei libri
Quelli non ti mancan mai

E chissà se basta quello per sentirsi degli eroi
Per scoprire cosa è bello e scordarsi un po’ di noi
Forse basta un libro aperto per sentirsi meno soli
In un mondo ormai deserto sia di dentro che di fuori

Che effetto fa
Sentirsi un passo fuori dalla terra
Guardare chi è perennemente in guerra
Per conquistare cosa non si sa
Che effetto fa
Fregarsene del mondo e dei suoi miti
Per evitare di essere traditi
Per vivere una strana libertà


VITA

Con la coda tra le gambe come un cane bastonato
Mi allontano lentamente dai ricordi e dal passato
Meglio cancellare tutto e ricominciare qui
A riscrivere una vita che sia meglio di così

Faccio il vuoto nella mente ma mi sudano le mani
A pensare solamente cosa farne del domani
E mi vien la tentazione di sedermi proprio qua
E aspettare di vedere quello che succederà

Ma poi col cazzo che sto lì appoggiata al muro
Ad attendere il futuro
Mentre il tempo se ne va
E’ troppo bello rituffarsi nella mischia
Solamente per chi rischia
Qualche cosa cambierà

Quando arrivi a metà strada senza aver fermato niente
Come sabbia tra le dita, come l’acqua sotto un ponte
Preghi il cielo che ti lasci un’altra possibilità
Pur sapendo che nessuno di lassù ti ascolterà

E ti prende la paura della vita e del futuro
Solamente nel passato c’è qualcosa di sicuro
Di sicuro c’è che il mondo che hai incontrato fino qui
Ti ha svuotato fino in fondo riducendoti così

Ma io col cazzo che sto qui incollata al letto
A percorrere il soffitto
Mentre il tempo se ne va
E’ solamente raccogliendo questa sfida
Dominando la corrida
Che la storia cambierà


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